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DELL’AMICIZIA IN ETÀ’ ADULTA (NON IMPOSSIBILE, NON FACILE)

20 dicembre 2022

Più di due anni che non scrivo su questo mio diario. Come corre il tempo quando ci si diverte, eh?
Un anno fa avevo addirittura comprato una tastiera e un mouse wireless per poter scrivere quassù, ma ci sono voluti ben più di 12 mesi perché io trovassi la volontà di ficcarci dentro delle batterie (molto strano e casuale che in casa ne avessi della dimensione adatta) e recuperassi la password per venire a tirare le fila di questi due anni, ohpercarità, di questi mesi della mia vita, per voi, 25 lettori, che ormai sarete più solo 4, o 5, o per meglio dire, per me, che alla fine io ho sempre e solo scritto per una persona sola, me stessa.

Ho sostituito la scrittura con una terapeuta; svolgono lo stesso lavoro, con parcelle differenti e risultati simili.

Cosa è successo in questi due anni mi sembra improbabile che io possa riassumerlo in poche righe. Ma, per chi mi conosce un po’, non sarà una sorpresa scoprire che ho chiuso la relazione col giovane vecchio, ne ho fatto un dramma, ne sono uscita strisciando, ho cambiato casa, e son ancora qua a chiedermi perchè e per colpa di chi e cosa voglio fare io della mia vita, probabilmente partire e non tornare più.

E’ morto Franco, un anno e mezzo fa. E mi manca ancora tantissimo. Mi mancava già prima, che non ci vedevamo da troppo tempo. Sono andata a trovarlo in hospice, e non dimenticherò mai quelle due ore passate insieme tra veglia e sonno, il bacio che mi ha dato prima che uscissi e la raccomandazione paterna “guida piano”. Per fortuna guidava mio padre, che mi aveva accompagnato, perchè io non avrei potuto vedere la strada, con tutta quella tristezza negli occhi.
Al funerale avevo la testa e il cuore che scoppiavano di incertezza, volevo solo gli abbracci di qualcuno che mi sostenesse e li ho trovati nella persona sbagliata.
L’inizio della fine.

Ed è di questo che mi preme scrivere. Dell’unica certezza che fonda le mie giornate, l’amicizia.
Che sebbene la mia vita sia stata (sia?) costellata di amori, fugaci e meno, distruttivi spesso, duraturi a volte, ciò che rimane sempre nonostante tutti i cambiamenti è l’amicizia. Anche gli amici nuovi, la capacità che ho (pat pat sulla spalla) di conoscere persone (non facile) e di legarmi a loro con un sentimento di bene vero.
Persone di diversa provenienza, età, occupazione, ma simili a me per come vediamo questo povero mondo, per come ci stupiamo davanti a un prato, per come ci emozioniamo ascoltando della musica. La rete che mi sono creata in età adulta (pat pat sulla spalla) di persone cui mi lega il bene che ci vogliamo, è ciò che più mi rende orgogliosa di me stessa. Una rete molto larga, molto libera, senza giudizi, senza regole, ma solida.
E’ la rete che mi ha sostenuta quando un anno fa mi accasciavo a terra con gli attacchi d’ansia, senza aria e senza vestiti. La rete che ho e che mi merito (ok, l’ho scritto).

Non so più scrivere, ma vorrei tornare a farlo.
Magari lo farò.
Magari torno tra due anni.

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