LA STORIA NON SI FA CON I COLLOQUI

Scrivo da uno stanzino che mi è stato assegnato per dormire e riposare, all’interno della terza casa di riposo dove sto lavorando.
Scusate se parlo sempre di lavoro, ma questa è l’unica cosa che faccio vivo mangio defeco in questo periodo: lavoro.

Sono qua in questo stanzino con una brandina un tavolo un armadio e una sedia, la mia pausa pranzo dura dalle 13 alle 18 e qua sono le 16.38, capite che mi sto ANNOIANDO. E c’ho pure mal di testa.
Potrei andare a farmi un giro dato che il posto è bello e non fa neppure troppo caldo, ma. Non ne ho voglia.

Per fare otto ore lavorative sono impegnata dalle 8 alle 21, per la sovraccitata (e non sovraeccitata) pausa pranzo. Togliamo i soldi del gasolio per venire fin qua (220 km tra andare e tornare), praticamente guadagno netto un centone per sedici ore lavorative che mi tengono occupata circa 43 ore.
Vitto e alloggio donati dalle suore.  Graziearcazzo.

Bando ai numeri, domani finirò il turno alle 21, schizzerò in macchina verso casa, dormirò un piccolo numero di ore per poi alle 7 cominciare nella casa di riposo numero 2. Cinque ore il mattino, un’ora il pomeriggio, pausa pranzo di cinque ore anche lì, guadagno netto escluso gasolio circa 40 euro.

Ma ecco che arrivo al punto clou di questo post, qualora questo post abbiamo un punto clou.
Sabato in pausa pranzo ho un colloquio.
Mi hanno chiamato ieri.
Offrono full time tempo indeterminato.
In un paesino sperduto nelle valli dove vive Mr Late.

Cazzo che ansia.

Ora. Inutile dire che ho un po’ (molti) dubbi.
Ma.
Ve li sottoporrò a tempo debito, nel caso in cui il colloquio andasse bene.
Fino ad allora aspettative basse. Che la storia non si fa con i colloqui ma con i contratti.

Tra poco vado in infermeria a cominciare il turno.
Ruberò un paracetamolo che, non mi succede proprio mai mai, ho mal di testa.

Comunque, che periodo del cazzo.