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A CASA DI MAMMA E PAPA’

2 novembre 2012

Avevo preparato un post da pubblicare su facebook, ma poi ho pensato che no, non ho la voglia di polemizzare e dover difendere le mie idee sulla pubblica piazza. Meglio il calduccio del blog.

Insomma, il fatto è che qua conosco gente un po’ da tutta Europa, e tanti, tanti meninos e meninas brasileiros.
Ed è gioco forza che ci si confronti, ci si scambino idee e modi diversi di vivere e di pensare, insomma, ognuno di noi è stato forgiato dalla e nella propria geografia e cultura, non siamo cosmopoliti neanche un po’, il provincialismo c’ingabbia.

Ma, ma. Vorrei davvero fotografare gli sguardi perduti di quando ci si racconta e viene fuori, nel discorso familia/autonomia, che in Italia è normale che i ragazzi e le ragazze vivano con i propri genitori oltre i 25-30 anni, anche quando non vi sono impedimenti economici ad impedirne il libero volo.
Vorrei fare una mostra, con quegli sguardi allibiti d’oltre oceano.

Perchè il punto è proprio quello.
Tralasciamo i problemi economici, che ci sono, indubbiamente, anche se penso che talvolta assumano un peso più grande di quello reale.

Il punto è un altro.
Il punto è che, secondo me, a noi italiani piace proprio stare a casa di mamma e papà.
Perchè dai, su, diciamoci la verità, quante persone con un lavoro fisso conosciamo che continuano a vivere nella casa dei genitori? Nella stessa cameretta con le fotografie di quando erano bambini o con i peluche dei 15 anni? Non vi sono problemi economici, solo la voglia di stare al calduccio e al riparo, con tutto pronto. Non dover fare la spesa nè pagare le bollette. Non dovere cucinare nè stirare.
Io personalmente, ne conosco molte. E tutte adducono la stessa scusante “risparmiare per il futuro”. Che poi sanno solo loro quando arriverà, questo benedetto futuro.

Che poi sono le stesse persone che magari escono di casa solo per andare a convivere, prima (ma meglio dopo) il matrimonio.
Sono le stesse persone che quando gli chiedi perchè vivano ancora con i genitori ti rispondono “non voglio buttare i soldi nell’affitto” e nel mio cervello un enorme punto di domande si solleva imponente: quando incomincerai a diventare grande?

12 commenti leave one →
  1. 2 novembre 2012 20:31

    Mi spiace, dissento dall’assioma “andare via di casa=diventare grande” ed il suo contrario.

    Si può rimanere a casa (o tornarci) per mille legittimi motivi e quello economico, sopratutto nelle grandi città, è reale: a roma una stanza (non un appartamento) costa 500 euro al mese, che fanno 6.000 euro l’anno che stanno meglio in tasca a chi fatica per lavorare che a chi è arrivato un appartamento (o dieci, perchè poi si scopre che c’è una certa concentrazione del mercato) dal cielo e sopra ci guadagna, se tre stanze, 18.000 (o 180.000) euro el’anno senza far un tub (e spesso, in nero).

    Ci si può tornare per stare accanto ad un genitore rimasto vedovo a rischio depressione, se lo spazio fisico per convivere c’è. O se non vedovo, che comunque comincia ad essere anziano ed acciaccato e, almeno per adesso, meglio io che la badante di questo o quel paese del terzo mondo.

    O ci si può tornare perchè la famiglia plurinucleare, tanto vilipesa da femministe in carriera e daila stampa rampante e liberista (e questo già dovrebbe far pensare) è ad oggi la formazione sociale che più permette di conciliare carriere e figli (a parte la messa comune di pià entrate fra lavoro e pensioni, sempre perchè meglio che per ore ed pre stiano con i nonni che la tata di questo o quel paese del terzo mondo, ammesso che si abbiano i soldi)… semore che ovviamente i genitori siano di un certo tipo e il coniuge (sono all’antica, i figli si fanno con i coniugi, non con i “partners”) pure e che ci sia abbastanza spazio fisico per le varie esigenze.

    Quindi, scusa e con tutto il rispetto se tu personalmente vuoi essere per conto tuo a qualsiasi costo e pagando qualsiasi prezzo, ma l’identità “a casa con i genitori significa infantilismo a priori” è una stupidaggine che in un mondo che si avvia a generazioni intere di sottopagati precari (ci si può incazzare quanto si vuole, ma così è) è anche autolesionista, ammesso che si vogliano avere figli.

  2. mantiduzza permalink*
    2 novembre 2012 21:17

    oh, ma su questo siamo d’accordo.
    io infatti parlo di chi ne avrebbe la possibilità, economica e organizzativa, ma preferisce stare comodamente a casa dei genitori.

  3. 2 novembre 2012 23:38

    Bah, secondo me alla fine son pochi quelli che restano da mamma e papà per comodità…

    —Alex

  4. widepeak permalink
    4 novembre 2012 22:14

    Non so, ai miei tempi, come ho potuto ho costruito le condizioni per andarmene di casa, ero giovanissima e senza una lira veramente, ma dopo 3 anni mi è toccato tornare un anno da mia madre, perché non avevo altra scelta e meno male che ho potuto. Insomma, è sempre difficile giudicare, ma in generale forse 15 anni fa era più semplice. Allo stesso modo, sono molto d’accordo con quanto scrivi. Io ho veramente pulito i cessi (oltre a fare lavori più nobili e spesso contemporaneamente) pur di potermi pagare una stanza fuori da casa….meno male che l’ho potuto fare

  5. mantiduzza permalink*
    5 novembre 2012 09:50

    mi spiace essere fraintesa. io parlavo di tutte quelle persone che, pur avendone la possibilità, decidono che stanno meglio a casa dei genitori.

    • 12 novembre 2012 22:54

      Si, ma ho capito, non volevo “accusarti”, ci mancherebbe…è che sono riflessioni calde perché anche io pensavo e parlavo con obi di argomenti simili e sai, ti rendi conto che a 39 anni sono già troppo di una altra generazione, per capire bene…

  6. 5 novembre 2012 15:02

    Sono andato a vivere alla veneranda età di 23 anni. Ma l’ammetto, sono stato un po’ choosy.

  7. 5 novembre 2012 15:03

    *da solo

  8. 5 novembre 2012 16:02

    Io ero moooolto choosy, infatti me ne sono andata di casa appena ho potuto

  9. 10 dicembre 2012 12:03

    io ho notato che se uno è stato studente fuori sede raramente ( mai?) torna dai propri genitori una volta laureato. Credo perchè è impossibile riuscire a convivere con la propria famiglia una volta che hai passato 4-6 anni da solo con altri coetanei, magari facendo sacrifici e vivendo in tuguri con coinquilini di merda, ma sempre e comunque libero.
    Certo appunto economicamente non guadagni niente 😦

    • mantiduzza permalink*
      10 dicembre 2012 12:05

      eh, l’unico che ci riesce senza fatica è Shirley! ahah!

    • 10 dicembre 2012 12:07

      Presente, anche se per motivi piuttosto particolari e, spero, molto poco comuni.

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